
Swag: Cosa Cambia per i Creditori con la preannunciata Proposta di Concordato in Continuità Aziendale
2 Maggio 2025Nel panorama giuridico attuale, l’utilizzo delle criptovalute ha assunto una rilevanza sempre più marcata, sia in ambito lecito (investimenti, strumenti di pagamento, smart contract) sia, purtroppo, quale mezzo privilegiato per l’occultamento di proventi illeciti, la realizzazione di truffe online, fenomeni di riciclaggio o frodi fiscali. Di fronte a tale evoluzione tecnologico-finanziaria, anche l’attività investigativa e quella forense si sono adeguate, grazie all’utilizzo di strumenti di blockchain analysis, capaci di seguire con precisione il flusso delle transazioni crittografiche.
1. La tracciabilità delle criptovalute: un falso mito?
Spesso si ritiene erroneamente che le criptovalute siano totalmente anonime. In realtà, la maggior parte delle blockchain pubbliche – come quelle di Bitcoin, Ethereum, Litecoin – sono pseudonime: ogni transazione è pubblicamente registrata e associata a un indirizzo digitale, non a un nome reale, ma le tecniche di analisi consentono di risalire con sempre maggiore precisione al titolare effettivo.
Le informazioni pubbliche disponibili su block explorer (come Etherscan.io per Ethereum o blockchair.com per Bitcoin) consentono già un primo tracciamento: è possibile esaminare tutte le transazioni effettuate da un wallet, i destinatari, i tempi e i volumi movimentati.
2. Strumenti professionali di analisi forense della blockchain
Per scopi investigativi più avanzati, oggi si utilizzano software specializzati – in dotazione alle forze dell’ordine, ma anche impiegabili in ambito privato da consulenti tecnici o legali – che consentono di:
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identificare connessioni tra wallet,
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attribuire indirizzi a soggetti giuridici o fisici (ad es. exchange, enti, soggetti indagati),
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ricostruire il flusso di criptovalute in operazioni di mixer, bridge o scambi tra differenti blockchain (cross-chain analysis),
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determinare se un determinato wallet è stato utilizzato in attività criminali precedentemente note.
Tra i più diffusi a livello internazionale si segnalano:
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Chainalysis, utilizzato da FBI, Europol e Guardia di Finanza;
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TRM Labs, impiegato anche in contesti bancari e per la compliance;
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CipherTrace, noto per la cooperazione con Mastercard;
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Elliptic, che opera con diverse autorità europee e finanziarie.
Tali piattaforme offrono rappresentazioni grafiche interattive delle transazioni, cronologie dettagliate e la possibilità di generare report forensi certificati, idonei all’allegazione in giudizio.
3. Utilizzo in sede civile e penale
In sede penale, le analisi blockchain sono state già più volte ritenute mezzi di prova legittimi.
La Corte di Cassazione penale, sez. II, sent. n. 13471 del 6 aprile 2022, ha affermato che:
«I dati provenienti da analisi blockchain, se effettuati con strumenti tecnici scientificamente accreditati, costituiscono elementi indiziari legittimi ai fini della valutazione del quadro probatorio».
Parimenti, il Tribunale di Firenze, con ordinanza del 3 febbraio 2021, ha disposto un sequestro preventivo su criptovalute, sulla base di un’indagine condotta mediante Chainalysis, che aveva dimostrato il passaggio dei fondi da wallet legati a ransomware a conti correnti su exchange centralizzati.
In sede civile, gli strumenti di analisi blockchain trovano applicazione:
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in cause risarcitorie ex art. 2043 c.c., connesse a truffe su piattaforme di investimento (es. casi legati a Swag, Bitgrail, GeminiCix e simili);
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in controversie contrattuali tra utenti ed exchange, ai fini della ricostruzione della dinamica delle operazioni;
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nell’ambito delle procedure esecutive per il recupero di crediti, ove il debitore detenga criptovalute occultate.
4. Validità probatoria e perizia tecnica
La presentazione in giudizio dei risultati delle analisi blockchain può avvenire tramite:
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CTU o CTP di parte, con indicazione degli strumenti utilizzati, metodologia, hash delle transazioni, report finali in formato CSV o PDF certificato;
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allegazione documentale a verbale di denuncia o querela, o nella comparsa/ricorso;
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istanze di sequestro ex art. 321 c.p.p., supportate da evidenze del trasferimento di criptovalute.
È importante sottolineare che, affinché le risultanze abbiano rilevanza processuale, è necessario che:
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siano indicate le fonti blockchain (es. Etherscan, Blockchair);
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siano prodotti hash e timestamp delle transazioni analizzate;
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sia indicata la metodologia di analisi (ad es. uso di Chainalysis Reactor con attribuzione a exchange verificati);
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sia nominato un consulente tecnico esperto in materia di cripto-asset e blockchain.
5. Il ruolo dello studio legale e le azioni esperibili
Il nostro studio legale si occupa di:
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affiancare i clienti nella ricostruzione delle operazioni fraudolente in criptovalute;
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predisporre querele con allegazione di analisi blockchain;
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instaurare azioni civili risarcitorie anche collettive (class action o adesione multipla);
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collaborare con tecnici certificati per perizie forensi in ambito cripto.
In casi specifici, è possibile anche promuovere azioni di sequestro preventivo o conservativo su wallet noti, su conti presso exchange centralizzati (Binance, Coinbase, Kraken, ecc.), chiedendo l’intervento delle autorità giudiziarie e il congelamento dei fondi.
Conclusione
La tracciabilità delle criptovalute è oggi una realtà tecnica e giuridica concreta. Il presunto anonimato del settore blockchain è superabile con gli strumenti adeguati. In ambito giudiziario, le analisi forensi della blockchain costituiscono uno strumento fondamentale per difendere i diritti delle vittime, accertare responsabilità e tutelare gli interessi economici lesi da operazioni fraudolente.
Per ricevere una consulenza in materia o per valutare la possibilità di avviare una procedura di tracciamento e recupero fondi in criptovalute, è possibile contattare lo Studio Legale Giammatteo tramite i recapiti presenti su www.giammatteo.it