
Tracciabilità delle criptovalute e utilizzo delle analisi blockchain in ambito legale e forense
14 Maggio 2025In Italia, chi è rimasto vittima di una truffa in criptovalute – i cosiddetti crypto scam – deve essere pienamente consapevole di una verità spesso ignorata o offuscata da false promesse: l’unico strumento legittimo, serio e potenzialmente efficace per tentare un recupero è l’autorità giudiziaria italiana, tramite formale denuncia-querela.
Ogni altra proposta ricevuta dopo la truffa da parte di sedicenti società estere di “recupero fondi”, falsi esperti informatici, fantomatici avvocati con accesso privilegiato alla blockchain o hacker che promettono di sbloccare i wallet e rintracciare i fondi, è da ritenersi infondata, pericolosa e in alcuni casi addirittura parte integrante della truffa originaria.
Il fenomeno della doppia truffa
Negli ultimi anni, lo schema classico delle truffe in criptovalute ha subito un’evoluzione significativa. Dopo la prima fase, in cui l’utente viene raggirato e indotto a effettuare bonifici, ricariche o transazioni su piattaforme fittizie, segue una seconda fase – più subdola e talvolta ancora più dannosa – in cui la vittima viene avvicinata da soggetti che si propongono come “recuperatori” o “esperti di indagini sulla blockchain“.
Questi soggetti, che contattano via email, telefono o anche tramite social network, promettono di recuperare integralmente il denaro perduto dietro pagamento di una parcella anticipata, di spese di “sblocco” o di “verifica legale”. Il risultato, ovviamente, è che il truffato finisce per perdere ulteriori somme di denaro, cadendo in una seconda frode, peggiore della prima.
È fondamentale comprendere che nessuna autorità pubblica seria e nessun canale istituzionale autorizza soggetti privati a proporre “servizi di recupero cripto” su scala individuale e con pagamento anticipato. Nemmeno la blockchain consente accessi privilegiati o retroattivi per “forzare” o “annullare” transazioni, poiché per sua natura è un sistema distribuito, cifrato e privo di autorità centrale di controllo.
Il solo percorso corretto: la denuncia all’Autorità Giudiziaria
Alla luce di quanto sopra, l’unico percorso giuridicamente valido e coerente con il nostro ordinamento è quello di:
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Raccogliere tutta la documentazione disponibile: email, schermate di chat, IBAN, wallet di destinazione, contratti fasulli, nomi e riferimenti utilizzati dal truffatore, pagine web delle piattaforme coinvolte.
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Rivolgersi all’Autorità Giudiziaria italiana, formalizzando una denuncia-querela dettagliata, anche tramite un avvocato, affinché possano essere avviate indagini tramite la Polizia Postale e, nei casi più gravi, tramite le Procure competenti.
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Valutare eventuali iniziative collettive o azioni di gruppo, in caso di truffe con numerose vittime, sempre e solo attraverso canali legali ufficiali.
In alcuni casi, il pubblico ministero può procedere anche ex officio, soprattutto se i fatti rientrano in ipotesi di truffa aggravata (art. 640 c.p.), associazione a delinquere (art. 416 c.p.), esercizio abusivo di attività finanziaria o riciclaggio (art. 648-bis c.p.).
Affidarsi a uno studio legale competente
Lo studio legale Gianluca Giammatteo si occupa da anni di assistenza legale per vittime di truffe in criptovalute, anche di rilievo internazionale. Trattiamo ogni caso con serietà, competenza tecnica e giuridica, affiancando la vittima in tutte le fasi:
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redazione della querela;
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gestione dei rapporti con le autorità inquirenti;
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eventuali istanze di sequestro e blocco degli asset;
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costituzione di parte civile nel procedimento penale;
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assistenza per richieste risarcitorie.
Siamo perfettamente consapevoli delle strategie adottate dalle organizzazioni criminali che operano online, e siamo in grado di riconoscere e denunciare anche la seconda ondata di frodi mascherate da “recupero crediti cripto”.
L’appello alla razionalità: non fidatevi di chi promette miracoli
L’invito che rivolgiamo a tutte le vittime è uno solo: non fidatevi di chi vi promette miracoli. Nessun recupero è automatico. Nessun “esperto blockchain” può intervenire su wallet esteri per sbloccare fondi. Nessuna società estera può agire “per conto” dell’autorità giudiziaria italiana o europea.
La truffa si combatte solo con:
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razionalità;
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consapevolezza;
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strumenti legali.
Ogni altra strada è una pericolosa illusione che può solo aggravare la posizione economica e psicologica della vittima.
2 Comments
Ho fatto investimenti con Bitcoin e forse ho guadagnato un po ,ma non posso recuperare il soldi che girano chissà dove.. chiedo aiuto.
Mi contatti telefonicamente per darmi maggiorni dettagli.
Grazie,